Il villaggio di Martini è situato a due chilometri del paese di Sinagra, posto su un piccolo poggio che domina il fiume Naso e la strada rotabile Sinagra – Ficarra.
Di antica origine, nel 1812, a seguito dell’abolizione dei diritti feudali, fu eretto a comune, ma a causa della diminuzione della popolazione nel 1858 si unì a Sinagra, formando con essa un unico comune.
Attualmente è la frazione più importante di Sinagra ed è dotata di una chiesa Madre, di rilevanza storica, nobilitata da un altare pregevole, da una fonte battesimale, da statue e arredi sacri.
Alla base di una piccola colonna in pietra nella Chiesa, si osserva uno stemma rappresentato da una gatta che sale un albero, datato MCIII.
Degni di nota anche la Chiesa dedicata a S.Antonio, i ruderi del castello, quelli del Convento dei Carmelitani Scalzi, fondato nel 1852, secondo alcune fonti, da Barone Vincenzo Valdosi, ed ancora quelli dell’ospedale realizzato dall’Arciprete D. Giacinto Faranda nel 1780, adattando a tal fine una propria casa per curare infermi poveri.
Chiesa Madre S. Giovanni Battista
Castello di Martini
DA QUI TRANSITARONO I POTENTI DEL REGNO
A tre chilometri a nord di Sinagra, su di un piccolo poggio che domina il fiume, sorge il villaggio di Martini, che oggi conta solo con circa 300 abitanti. Una volta comune autonomo ed oggi parte integrante di Sinagra, l’antico borgo è immerso nella lussureggiante vegetazione dei Nebrodi, ricca dei colori che le danno gli olivi saraceni e i noccioli, gli agrumi, le viti e gli orti.
Martini possiede l’incanto e la poesia di un luogo fatato, abitato – nelle calure estive come nelle notti di freddo inverno con il vento sferzante a ridisegnarne i contorni, da ombre e suggestioni che raccontano i fasti di un tempo lontano, che narrano di re e principesse, di baronie e marchesati di nobildonne e curati di campagna, del paesaggio nei secoli di bizantini, normanni e aragonesi.
«Di Martini è ignota l’origine, né il suo nome, che l’Arezie e l’Omodei scrissero, ci da modo di argomentarla, neanche con approssimazione, giacchè esso sembra passato alla toponomastica da quello di qualche famiglia che ne ebbe la proprietà. Forse, come Sinagra, nacque col feudalismo normanno, quantunque non sarebbe assurdo il sospettare che esistesse anche prima e che il suo Castelletto fosse edificato sin dagli ultimi tempi bizantini, per difendere la strada che, risalendo il fiume portava per Raccuja ed Ucria verso Randazzo» (Sinagra di F. Nastasi e S. Raccuglia, Acireale Tipografia Popolare 1910).
Martini come luogo della memoria, con i ruderi mai abbandonati alla desolazione, e con le sue belle piccole chiese offerte a testimonianza del lento incedere dei secoli, pronto però ad accogliere viaggiatori curiosi e attirati da un percorso che può legare, tappa dopo tappa, siti di grande valore archeologico, artistico, monumentale ed ambientale.
Grazie alla Pro Loco, perciò, riaffiorano lentamente dalla polvere e dall’oblio testimonianze in grado di svelare il passato, trasferendo nel presente l’urgenza di ridare dignità a Martini e al suo Castello, quest’ultimo ancora in grado di affascinare ed incantare quanti si fermano ad ascoltare la voce del vento fra le bianche pietre.
Ferdinando Salleo (Ambasciatore)
Chiesa S. Antonio
Chiesa dell'Immacolata
Edicola Votiva C.da Totoniglio
Monumento ai Caduti
A Funtana di Martini
A Funtana di Dauru
Palmento F.lli Natalotto
Palmento di Natalotto Nino
Carcara Eredi Pizzuto
Ulivi Secolati
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