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Melo Ballato

Melo Ballato nasce a Sinagra, precisamente in via Principe Amedeo che era il fulcro, per quei tempi, della vita socio-economica del paese in quella casa “A quattrusulara”, così da lui definita, che era una fucina di gente dedita da mattina a sera alla semplicità del lavoro. Di quella casa, di quell’epoca, della vita tra gli amici del suo quartiere, si porta dentro nella mente e nel cuore tutti i valori positivi che spesso riaffiorano nelle sue composizioni.

Si Laurea in “Filosofia” all’Università degli studi di Messina, verso la fine di quegli anni ’60 caratterizzati da un grande fervore culturale e dopo il matrimonio collaborerà con la moglie in Farmacia.

Da sempre appassionato di Folk e tradizioni e portato alla musicalità, pur non avendo mai studiato musica, si dedica alla canzone “cantastoriale”. Partecipa a varie edizioni del Festival della canzone Siculo-Calabro, organizzato dalla R.T.P. di Messina e presentato da Lillo Alessandro, vincendo con “Odissicula” l’edizione del 1991.

Qualche anno dopo, iscritto alla Società Italiana Autori Editori, partecipa a Catania come compositore al Festival Della Canzone Siciliana organizzato da Antenna Sicilia e con la canzone “Vogghiuturnari” (meglio conosciuta col titolo “Ritorno ai Nebrodi”) ottiene sul Giornale Di Sicilia Di Catania il massimo dei voti in una delle puntate festivaliere. Vanta una consistente produzione di lavori musico-dialettali che ogni anno scandiscono le tappe, ormai tante, del suo viaggio esistenziale.

Melo si ispira alla società che ci circonda, ai ricordi, al proprio paese con le sue bellezze e le insite problematiche, in un continuo e critico-dinamico raffronto tra due mondi, passato e  presente ,che tra loro si allontanano sempre di più. Si applica nel raccontare e “raccantare” la Sicilia e la “Sicilianità” nelle sue mille sfaccettature e contraddizioni. Canta Sinagra e la sua storia, i personaggi, l’arte dei suoi vicoli e delle case di pietrapermeate di antichità e di tempo, anima e testimonianza della laboriosità e dell’estro dei nostri Padri. Canta il fiume, con le sue colorite vicende, fiore all’occhiello di un paese e un tempo anche sua fonte di sostentamento. Tratta temi sociali e politici, con amara ironia e tragico realismo. Canta le Chiese, i Santi della religiosa tradizione, risaltando ed esaltando “SANTU LIO” ,il Santo Patrono che rappresenta l’essenza amalgamante di tutta una comunità. A Lui dedica parte della sua vena poeticanticale” tramandandone la Sua vita, le leggende e la fede di chi crede nelle Sue Santifiche capacità di intercessione miracolosa.

Tutto questo va a comporre il suo vasto repertorio, fatto da più di 300 composizioni, parole e musica.

Con la modestia che lo ha sempre contraddistinto Melo concepisce come una sana terapia curativa per la mente e lo spirito il suo perpetuo fantasticare, un bisogno improrogabile di soddisfare quel senso di libertà che lo porta ad interiorizzare e a esternare le proprie idee e convinzioni.

Ha il merito di non essersi mai preso tanto sul serio, cosciente e consapevole dei propri limiti “S’à misuratusempri cu’ so parmu”. Rimane il fatto che alcune delle sue canzoni sono diventate negli anni colonna sonora per l’intera comunità Sinagrese.

In “Io con le mie canzoni” si pone nei confronti della globalità culturale nei seguenti termini: “La cultura è come il mare, profondissima e infinita e noi con il nostro sapere siam solo gocce evaporate, siam solo dei soffi di vita di un universo sconosciuto, d’una galassia indecifrata…raggiunta mai, sempre agognata.”

La sua principale prerogativa è quella di credere nel valore grande dell’amicizia, nella gente, quella più umile e quindi più vera. Crede nel cammino l’uno a fianco all’altro, insieme, nella solidarietà d’un percorso vitale che in una unità d’intenti porti al bene comune.

Intoneremo all’uguaglianza, contro qualsiasi egemonia, sperequazione o idolatria, scalini, scale e gerarchie. Intoneremo all’amicizia, la vera senza ipocrisia, a  orecchio insintosincronia. Intoneremo alla giustizia a tutto quello ch’è utopia, alla libertà, all’anarchia a chi verrà…a chi và  via”.

Questo il suo credo!

Carletto Spanò


Carlo Spanò , classe ’88, è un musicista, compositore, autore e producer siciliano. Nel 2009 consegue un diploma in chitarra moderna al CPM di Milano. Gli studi e le varie collaborazioni, tra cui quella con Darryl Jones, storico bassista di Miles Davis e dei Rolling Stones, gli aprono le porte verso il jazz. Si laurea, infatti, al conservatorio G. Frescobaldi di Ferrara in chitarra jazz. Nel 2015 pubblica “Cialomi”, album nato dal progetto “Trinacria Express”, quartetto che vede coinvolti altri musicisti siciliani passando per club e rassegne jazz italiane. L’anno dopo, “Cialomi” viene eseguito e trasmesso live per Rai Radio 3 durante l’Internazionale festival di Ferrara. Dopo un’esperienza all’estero in territorio londinese, decide di proseguire la carriera da solista che inaugura con il singolo Sarracina , che lo vede esordire nel mondo del cantautorato e dell’indie/pop col progetto (e pseudonimo ) BIRBANTHE. Nell’estate del 2019 pubblica “Spero di no”, brano fresco, estivo, nato lungo le rive della costa saracena e diffuso dalle discoteche locali. A Luglio del 2021 verrà pubblicato il remix del suddetto brano dall’etichetta milanese Groovin Recordings, in collaborazione con Anthony Brooklyn (aka Fabio Monesi, dj e producer milanese). Oltre a quella con Darryl Jones, vanta collaborazioni con diversi altri artisti del panorama jazz italiano e londinese. Attualmente si occupa di analisi e trascrizioni di ristampe di dischi vintage con l’etichetta Eating Standing di Milano, oltre che come producer dei propri progetti in collaborazione con Riccardo Sindona producer e musicista messinese militante nella band Djstivo con cui pubblica il singolo “Odissex” nell 2020. Insegna musica d’insieme e chitarra in alcune scuole di musica di Ferrara.

Clara Mancuso

Clara è un Soprano, vocal coach e cantante pop in band. Innamorata della Musica e delle emozioni, ma soprattutto figlia d’arte, viene ammessa nell’anno 2013 all’Istituto Superiore di Studi Musicali, ove frequenta sia i corsi pre-accademici sia accademici e dove, negli anni, consegue le dovute licenze con i massimi punteggi.

È stata seguita da insegnanti come il basso Mario Luperi, il soprano Silvia dalla Benetta e, per ultimo, dal soprano Luisa Maria Pappalardo.

Nel corso degli anni sono state tante le soddisfazioni personali tra cui la messa in scena delle due opere veriste “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni e “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo e, più recente, l’esibizione a Stoccolma, in Svezia, presso l’Italienska Kulturinstitutet “C.M.Lerici”, in occasione del sessantesimo anniversario dell’assegnazione del Premio Nobel al poeta Salvatore Quasimodo.

Da direttore artistico e musicale dell’annuale festival canoro la “Rana d’Oro”, a strumentista nella banda paesana “V. Bellini”, di cui il papà clarinettista è Maestro e direttore.

Il 17 luglio 2020, presso il conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina, consegue la laurea in Canto Lirico con votazione di 110/110 e Lode.

 

Alessandro Maiolino

Nato a Sinagra nel 1976. Si occupa della direzione tecnica di una società che opera nel settore dei cavi sottomarini a fibre ottiche ma la sua grande passione è a musica.Nel 1994 fonda i Samizdat, un gruppo musicale con il quale pubblica numerosi album. La passione per la scrittura nasce quindi con l’esigenza di comunicare attraverso le canzoni e si ampia col tempo con i libri e le poesie.